Se si chiama Castel Nuovo, perchè lo chiamano Maschio Angioino?
il nome reale è Castel Nuovo perchè si differenzia dai castelli vecchi, Castel dell' Ovo e Castel Capuano.
Il Maschio Angioino è una costruzione angioina iniziata nel 1279 da Carlo D'Angiò, che volle edificare una reggia fortificata a ridosso del mare. Ogni castello aveva una torre maestra, quella principale e autonoma sotto ogni aspetto, difensiva e residenziale, nonchè autosufficiente per viveri, acqua e materiali.
Il Castel Nuovo, la reggia fortezza angioina fu realizzata da Carlo D'Angiò per onorare, edificare e rendere gloria alla corona e alle sue ambizioni. La capitale restava Palermo ma il re veniva a Napoli e questo portò nuovi e vividi cambiamenti tra fabbriche e costruzioni. Nel 1279 sotto la direzione di Pierre de Chaule, si diede inizio alla fondazione di un grande castello che era fortezza e reggia al tempo stesso. Il luogo scelto per questo "Nuovo" era quell'amplissimo spazio denominato Campum Oppidi. Carlo non era noto per la sua morbidezza nè per la sua generosità: i lavori durarono fino al 1282 e il castello, edificato tra non pochi mal contenti ( se le maestranze malpagate riuscivano a scappare, il re imprigionava la famiglia ), si innalzava su una pianta quadrangolare, a coniugare le cortine murarie - altissime per rendere inoffensive le macchine belliche - e otto torri. Tutt'intorno, fossati riempiti con l'acqua di mare. Roberto D'Angiò lo popolò di fagiani, varie specie di uccelli, caprioli e perfino leoni. Fece scavare grotte e costruire fontane, casine di delizie, recuperando lo spirito di luoghi piacevoli tanto vicino alla cultura arabo-normanna. Tra il castello e il mare si estendeva un giardino, e un altro più grande, a ovest, raggiungeva gli orti del monastero di San Pietro. Di quello che degradava verso il mare, Boccaccio scrisse " Bellissimo molto d'erbe e di fiori, e pieno di dolce soavità di odori". Oggi il castello resiste, nella sua pianta irregolarmente teapezoidale, le sue 5 grandi torri cilindriche, quattro rivestite di piperno e una di tufo, coronate da merli su beccatelli. Tre torri guardano la terra, due il mare. Intorno un fossato, elevati su basamenti a scarpata, su cui la tessitura dei blocchi in pietra assume disegni complessi, richiamando esempi catalani.
Orari di apertura
E' aperto al pubblico tutti i giorni escluso la domenica dalle ore 8:30 alle ore 18:30.
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